Chi siete e di cosa vi occupate?
Siamo un gruppo di volontari, principalmente di Robilante, e ci occupiamo di portare la connessione internet a banda larga a tutti i residenti di Robilante e Comuni limitrofi che ne facciano richiesta. Ad oggi copriamo Roccavione in parte, Vernante, Boves in parte e arriviamo fino a Palanfrè. Funzioniamo come gli altri operatori wireless presenti sul mercato, BBBell e Isiline, per fare un paragone con le due società più presenti in questo territorio. La nostra associazione è a tutti gli effetti un operatore telefonico iscritto al MISE come operatore wireless internet. Essendo associazione no profit però, e quindi non dovendo avere un margine di guadagno, tutti i costi che abbiamo, e che peraltro sono pagati dall’associazione stessa, servono a garantire le installazioni e i costi della banda larga. Un operatore che deve fare utile non può permettersi di investire decine di migliaia di euro per poche decine di abitanti, è un investimento che gli rientrerebbe dopo anni, o comunque dopo un tempo lunghissimo, invece noi riusciamo, nel nostro piccolo, a portare avanti alcune installazioni. Più siamo meglio è, questo è il nostro motto, perché con le nostre risorse possiamo offrire un grande servizio.
Come avete conosciuto con il GAL?
Noi conoscevamo il GAL perché alcune persone nel direttivo e nel gruppo fondatore, che sono in tutto 7, lo conoscevano già, essendo alcuni dei nostri soci all’interno della Giunta comunale di Robilante. Il primo bando a cui abbiamo partecipato ci ha aiutati a mettere la prima pietra, il primo passo per arrivare fino a Robilante, è stato un bando grande, impegnativo ma altrettanto remunerativo, che ci ha permesso di mettere su l’infrastruttura da zero. Si sono poi susseguiti altri bandi, col secondo siamo arrivati fino a Vernante e col terzo a Palanfrè. Tutte le installazioni sono state importanti, ma il ripetitore di Palanfrè è il nostro fiore all’occhiello, rappresenta un po’ un sogno che si realizza. Questo progetto è l’esempio di come abbattere il divario digitale nelle aree interne, in zone dove nessun operatore penserebbe di andare a portare la banda larga perché, a fronte di una decina di abitanti o poco più, il ritorno economico sarebbe minimo. I bandi del GAL hanno coperto una parte dei costi, in media tra il 20 e il 30%, un grande aiuto per un’associazione come la nostra.
Voi siete la prova vivente di quanto sia importante creare reti e connessioni per permettere anche ai più giovani di vivere, studiare e lavorare nelle aree interne, avendo tutte le facilitazioni tecnologiche che si trovano in città.
Questo è assolutamente fondamentale, è un punto su cui abbiamo sempre battuto molto perché è importantissimo fornire un servizio nelle piccole realtà locali, nelle realtà montane o nelle zone con tendenze a spopolarsi. Queste sono le cosiddette “aree bianche”, ad alto livello di spopolamento, ma è fondamentale creare un tessuto che coinvolga tutti gli operatori, a tutti i livelli, sia quelli che si occupano specificatamente di telefonia e internet, sia gli enti pubblici, i GAL, che sono sempre pronti a supportarci, gli operatori commerciali per creare sinergia. Per preservare il territorio occorre far restare le persone, e per farle restare è necessario che possano avere accesso a servizi che, soprattutto dopo il Covid, si sono rivelati molto importanti. Prendiamo l’esempio dello smart working: fino al 2019 sarebbe stato impensabile lavorare da remoto qui, nei nostri territori, ora invece è una realtà di fatto e bisogna garantire l’accesso agli stessi servizi che ci sono nelle città.